Ciao Food Rocker,
Ci lasciamo alle spalle un agosto che purtroppo ricorderemo non solo per quanto ci siamo divertiti ma anche per i timori, le paure ed il cordoglio alle popolazioni terremotate del centro Italia.
Per quanto riguarda il mio modo di fare vacanza, logicamente, non riesce e non può prescindere dall’unire l’utile al dilettevole e lo scopo con cui ho affrontato il viaggio aveva tre input principali: riscoperta dei miei territori, materie prime ed approfondimento sulla cultura della cucina dei Monzù, ovvero la cucina aristocratica del regno delle due Sicilie in periodo Borbonico.
Proprio per approfondire al meglio queste tematiche i prossimi articoli si intrecceranno tra un diario di viaggio mirato alla scoperta delle eccellenze incontrate lungo il mio cammino, un percorso di riscoperta della cucina Monzù, qualche sosta a tutto #FoodRock per conoscere i segreti del BBQ e, logicamente, dopo tante abbuffate un occhio alla linea prendendo in mano un menù dietetico che elaborai insieme a dei nutrizionisti e dottori alimentaristi cercando di renderlo più divertente sia per lo spirito che per il palato ma a questo credo che ci arriveremo per ottobre… Quando cominceremo a preoccuparci di non arrivare troppo appesantiti alle abbuffate di Natale.
Quindi mettiamoci in moto con un pezzo di Bluegrass ed assieme ad i The Broken Circle Breakdown Bluegrass Band con lo stereo a palla partiamo per la nostra avventura ed iniziamo il diario di viaggio… sono partito da Napoli direzione Sicilia, assieme alla mia famiglia ed una delle prime tappe è stata la Calabria ed in particolare Tropea, dove siamo andati alla ricerca delle caratteristiche tipiche dei suoi peperoncini e della più famosa è nobile cipolla dalle caratteristiche nutrizionali ed organolettiche eccezionali.
Furono i Fenici e i Greci ad introdurre in Calabria l’uso della cipolla, appreso, a loro volta, da Assiri e Babilonesi. L’area storica di produzione in Calabria è il territorio di Capo Vaticano nel Comune di Ricadi, ma il nome “Rossa di Tropea” è scaturito dal semplice fatto che le spedizioni delle cipolle in tutto il mondo avvenivano dallo scalo ferroviario di Tropea. Il trasporto delle famosissime cipolle rosse dai campi alla stazione di Tropea, avveniva tramite somari o tramite carri trainati dai buoi, percorrendo sentieri a ridosso del mare.
La cipolla è coltivata sui terrazzamenti del Monte Poro, di Ricadi e lungo la costa da Nicotera fino oltre la piana di Lamezia Terme e fin dall’antichita rappresenta un vero e proprio elisir di lunga vita. Infatti, oggi scientificamente provato che previene infarti e malattie cardiovascolari, ha proprietà antibiotiche e antiossidanti; contiene tioli, composti organici naturali che contrastano l’accumulo di sedimenti grassi, facendo pulizia tra le lipoproteine che inquinano il sangue e induriscono le arterie, è indicata come rimedio contro le malattie della pelle, dona sollievo in caso di raffreddore e influenza, è un antiemorragico, tonifica le vene e le arterie, esercita un’azione benefica sulla diuresi e sull’ipertensione, cura le infezioni intestinali, previene la calcolosi renale e la pertosse, è diuretica.
La cipolla di Tropea contiene solo 26 calorie ogni 100 grammi di prodotto ed è indicata nelle diete dei cardiopatici per il suo potere antisclerotico, combatte il deficit fisico per l’alto contenuto di ferro e vitamine, contrasta i radicali liberi, abbassa i livelli di colesterolo cattivo nel sangue. Flavonoidi, fenoli, quercetina e sali minerali riducono notevolmente il rischio di cancro alla laringe, al fegato, al colon e alle ovaie, mentre i solforati di cromo sono efficaci nella cura del diabete, riducendo gli zuccheri nel sangue.
Con tutte queste caratteristiche benefiche diventa un elemento basilare in accompagnamento alle grigliate estive e non… Ed uno dei modi migliori per gustarla è al naturale… Dividetela a metà con tutta la buccia conditela con olio, sale,in fiocchi al naturale o erba ostrica e pepe, o, se vi piacciono i sapori più pungenti, con un battuto, di peperoncini calabresi privati dei semi… Che non buttate ma metterete sott’olio da utilizzare in altri contesti magari anche a crudo su una bella bruschetta di pane. A questo punto riunite le due metà chiudetele in una stagnola e quiete sotto cenere o sopra le braci, quando sarà morbida al tatto dovrete solo gustarla… Buon appetito e buon #FoodRock #PrimordialeGourmet #FicheraVersion a tutti.
Francesco Fichera
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