Cari FoodRocker,
l’altro giorno mi trovavo a scorrere le notizie di calcio relative alla mia squadra del cuore, la SAMPDORIA. Mi sono imbattuto in questa news “Genoa, il vice di Mandorlini dice no: «Amo la Sampdoria»”. Fantastico! Un plauso per Enrico Nicolini. Un eroe, ex giocatore della Samp, ancora in grado di vivere dei valori che rendono il calcio uno sport affascinante. Nell’era del business a tutti i costi, ha donato uno spiraglio di genuinità e umanità, utile anche a rammentarci il senso dei valori sportivi.
Quei valori che fin da piccolo ho imparato da un padre fantastico, innamorato di questa squadra. Che, da piccolo emigrante al seguito di mio nonno – trasferitosi a Genova per lavoro e inizialmente residente a Sampierdarena -, ha imparato ad amarla sin dalla sua fondazione nel 1946, anno della fusione dell’Andrea Doria e del Sampierdarena. Sono cresciuto a pane e cuore blucerchiato e il primo stadio nel quale ho vissuto l’esperienza del tifo fu proprio Marassi. A seguire nel tempo la grande capacità di relazionarsi con il prossimo di mio padre, Andrea Francesco Fichera, l’ha portato a essere sempre più vicino agli organi delle tifoserie organizzate e a quelli della società. Fino all’indimenticabile presidente Paolo Mantovani. Al punto che, nel percorso della sua vita, lui meccanico e inventore, decide di fondare a Roma una società calcistica. Un piccolo club chiamato New Flaminio, che militava nelle categorie minori e che aveva come simbolo due pistoni incrociati. Ma che portava i colori della Samp.
Questo forte legame tra valori e pallone, mi ha sempre di più coinvolto e appassionato. Al punto che, insieme a lui, ho sempre gioito e sofferto in ogni partita, continuando a seguire la strada tracciata da lui. Un modo per sentirlo vicino nel momento in cui la vita me l’ha portato via troppo presto. Avevo 16 anni e da allora, nonostante cominciasse il mio pellegrinaggio in giro per le cucine, appena potevo non mi perdevo trasferte in Italia e all’estero. Oltre a cercare di andare a Marassi ogni volta che c’è era la possibilità.
Che fantastiche le giornate passate in quella curva insieme a mio cugino Luciano, figlio di uno dei fondatori del Sampdoria Club di Recco. Con lui, con i “Fedelissimi” e con tutte quelle persone che rendono la domenica, in Gradinata SUD, una giornata speciale. In cui si diventa tutti parte di una grandissima famiglia allargata.
Quando non potevo andare allo stadio e le domeniche calcistiche non erano ancora scandite dalle pay-tv, mi sono anche iscritto al Sampdoria Club di Roma. Aveva sede in zona EUR ed era attrezzato di maxischermo. Da lì vedevamo la nostra squadra del cuore, come se ci trovassimo allo stadio, cantando e suonando i tamburi al grido di “Doria Olè”.
E proprio questa sarà la colonna sonora a tutto #FoodRock con la quale voglio inaugurare una nuova sezione del mio blog dedicata al calcio, con un occhio di riguardo alla mia fede blucerchiata. Il mio intento è creare degli abbinamenti con i personaggi doriani (e non solo doriani!), quelli di oggi e quelli storici. Un modo per coinvolgervi nelle mie passioni e per sentirmi nuovamente più vicino alla mia fede calcistica. Oltre ad avere un ulteriore stimolo per sostenere la squadra più bella del mondo. Forza DORIAAAA!!!
Il primo abbinamento lo voglio dedicare al presidente Massimo Ferrero, con il quale condivido l’estrazione romana oltre al cuore blucerchiato. Il piatto che ho pensato per lui è una rivisitazione della “Coda alla VACCINARA” in pieno stile #ficheraversion. Che può essere declinata anche in chiave #streetfood, messa su di uno stecco. Quindi da mangiare sulle gradinate di Marassi, dove mi piacerebbe fargliela assaggiare. Immagino che, da buon testaccino, possa fargli venire l’appetito. Caro presidente, tutta per lei la mia “Coda croccante alla Ferrero #FicheraVersion”.
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